Quando nascono i cuccioli di cane sono totalmente dipendenti dalla loro mamma; solo verso i 21 giorni iniziano a camminare, a muoversi, a prendere coscienza del mondo e ad alimentarsi autonomamente.
Nelle loro prime 3 settimane di vita i cuccioli si alimenteranno solo di latte, per cui è fondamentale che la mamma ne produca a sufficienza, altrimenti avrà bisogno del nostro aiuto per crescere i suoi cuccioli. Appena nati i cuccioli si dirigeranno immediatamente verso le mammelle e si attaccheranno ad esse, iniziando a succhiare il latte che ne fuoriesce a piccole gocce.
Le prime 72 ore di lattazione sono importantissime per i cuccioli, in quanto il latte prodotto dalla fattrice è ricco di immunoglobuline, ossia di anticorpi che proteggeranno i cuccioli dalle malattie nei loro primi 2 mesi di vita. Questo particolare latte è denominato colostro e gli anticorpi in esso contenuti verranno assorbiti dall’intestino e passeranno nel sangue del nostro cucciolo, dove potranno svolgere la loro azione protettiva. Se dopo la poppata i cuccioli si mettono tranquillamente a dormire di solito è segno che il pasto è stato sufficiente, se invece si mostrano irrequeti e mugulano, potrebbe esserci qualcosa che non va. Per capire se i cuccioli si nutrono a sufficienza può essere utile pesarli quotidianamente e segnare l’incremento giornaliero di peso, che nel chihuahua è pari mediamente a 8-10 g al dì.
Se i cuccioli non crescono bisogna iniziare ad alimentarli artificialmente, e questo sarà per voi un enorme impegno: i cuccioli devono mangiare ogni 2 ore, perché il loro stomaco è piccolissimo e può contenere solo piccolissime quantità di alimento. Con il progredire dell’accrescimento le poppate verranno distanziate gradualmente, ma non bisognerà mai superare le 4 ore tra un pasto e l’altro. Usate il latte in polvere che si trova facilmente in commercio e dopo averlo ricostituito somministratelo ai cuccioli con un apposito biberon o una siringa privata dell’ago. I cuccioli sono molto voraci, per cui per evitare che si ingozzino bisogna somministrare il latte goccia a goccia, alla temperatura di 38,5°C e mantenendo il cucciolo con la testa ed il tronco leggermente sollevati, ma con le zampine posteriori appoggiate a terra, cercando di simulare la posizione che il piccolo terrebbe per succhiare il latte materno. Alimentare dei cuccioli così piccoli è davvero difficile e le possibilità di salvarli sono poche, ma bisogna sempre tentare. Il rischio più grave nel quale si può incorrere è la polmonite ab ingestis, ovvero la possibilità che un piccoli quantitativo di latte finisca nelle vie aeree e sia causa di un grave processo infiammatorio a carico dei polmoni, con conseguente morte dell’animale.
CURA DELLA FATTRICE IN LATTAZIONE
Fondamentale affinchè la mamma produca latte a sufficienza è che si alimenti in modo corretto.
La lattazione raggiunge il picco massimo alla terza settimana, quando noi provvederemo ad iniziare lo svezzamento dei cuccioli. Durante questo periodo somministreremo alla mamma cibo umido per cuccioli o cibo casalingo correttamente integrato e le lasceremo sempre a disposizione del mangime secco per cuccioli. Durante la prima fase dell’allattamento infatti la mamma potrebbe diminuire l’assunzione di alimento; da qui la necessità di somministrarle degli alimenti più energetici, in modo da soddisfare con un minor quantitativo il fabbisogno energetico e più appetibili, in modo da stimolarle l’appetito. Io personalmente avendo cani difficili somministro del cibo casalingo (pollo bollito o altra carne cucinata in casa) integrandolo con specifici integratori mineral-vitaminici consigliati dal veterinario.
L’apporto di calcio è fondamentale in questo periodo, perché il latte è ricchissimo di questo elemento e la madre, se non segue una dieta appositamente integrata di calcio potrebbe non essere in grado di sopperire alle necessità mobilizzando il calcio endogeno (rimaneggiamento osseo) ed andare così incontro ad una problematica denominata eclampsia puerperale.
Questa grave patologia consiste in un calo dei livelli ematici si sangue (calcemia): il calcio nel sangue deve essere mantenuto a livelli di 8-10 mg/dl; se scende sotto questo livello, si ha nella cagna in lattazione l’eclampsia, che si manifesta con sintomatologia tetanica spesso preceduta da irrequietezza. Questo problema insorge in genere tra la terza e la quarta settimana di lattazione, quando i fabbisogni dei cuccioli sono massimi e la lattazione raggiunge il picco di produzione e colpisce soprattutto le cagne di piccola taglia. L’eclampsia puerperale deve essere trattata tempestivamente, altrimenti la cagna va in coma a cui segue la morte. La terapia consiste nella somministrazione per via endovenosa lenta di calcio gluconato al 10%, alla dose di 1-2 mg Ca/kg PV. I cuccioli dovrebbero essere separati dalla madre durante le prime 24 h di terapia, dopodiché si potrebbe tentare un riavvicinamento, stando attenti che la madre non abbia una recidiva; in tal caso bisogna procedere alla separazione definitiva dei cuccioli dalla madre.
Per prevenire l’eclampsia è importante evitare eccessi di calcio durante la gravidanza: la lattazione è infatti sostenuta da delicatissimi equilibri ormonali e se la cagna riceve troppo calcio durante la gravidanza potrebbe poi non esservi una sufficiente attivazione dell’asse ormonale che sostiene poi la produzione di calcio endogeno durante la lattazione. Per questo motivo, evitate di usare integratori se non dietro specifica indicazione del vostro veterinario!