Vengono definite come tali tutte le patologie sostenute da microrganismi, che per causare lesione devono penetrare (quindi infettare) nelle cellule. Le malattie infettive possono essere causate da batteri, virus o protozoi.
Tra questi i virus sono senza dubbio gli agenti patogeni più insidiosi, ma in molti casi controllabili mediante la pratica della vaccinazione. Nel cucciolo tuttavia le malattie virali possono essere letali; i virus infatti possono colpire animali di tutte le età, ma è nel cucciolo, che ha un sistema immunitario non ancora immunocompetente, che possono causare i danni peggiori.
Le principali malattie virali che possono colpire il nostro cucciolo sono rappresentate da:
- Herpesvirosi: l’Herpes virus canino di tipo 1 è un virus a DNA che causa infezioni a livello di:
o Vie respiratorie superiori
o Congiuntiva
o Organi genitali esterni
Il virus replica infatti alla temperatura di 35-36°C. Caratteristica peculiare dell’Herpevirus è che, dopo la fase acuta di infezione, caratterizzata comunque da una lieve sintomatologia clinica, che spesso passa inosservata, il virus raggiunge i gangli del trigemino ed entra in latenza, tenuto a bada dal sistema immunitario dell’animale. Durante questa fase il cane non è da ritenersi contagioso, seppur persistentemente infetto, perché non elimina il virus. In casi di stress, il virus si riattiva e l’animale inizia di nuovo ad eliminare il virus e diventa contagioso per altri cani. La trasmissione del patogeno avviene per via oro-nasale o per via venerea, attraverso il contatto con escrezioni respiratorie e genitali.
Il virus dà patologia in:
- Cuccioli neonati: nei neonati, il virus è in grado di determinare una malattia sistemica, forse a causa dell’incapacità del cucciolo a termoregolare e quindi a mantenere una temperatura superiore a 37°C. I cuccioli si infettano al momento della nascita, durante il passaggio nel canale del parto e dopo un periodo di incubazione di 3-5 giorni ne causa la morte. L’herpesvirus determina nei cuccioli una encefalomielite e la sintomatologia è caratterizzata da depressione, incapacità di suzione, lamenti persistenti, diarrea, rinite, dolore addominale, incoordinazione e decesso nel giro di 24 – 48 ore dall’inizio della sintomatologia. Per questo è bene testare fattrici e stalloni nei confronti dell’herpesvirus; una tecnica oggi molto attendibile è rappresentata dalla PCR (Polymerase Chain Reaction), che consente di identificare la presenza diretta del virus nell’organismo mediante amplificazione del suo genoma. La PCR va eseguita su tessuti potenzialmente infetti (tamponi vaginali o prepuziali, sperma, organi fetali). Oggi in commercio esiste un vaccino attivo nei confronti dell’Herpesvirus, che eseguito durante la gravidanza, permetterà alla madre di trasmettere ai cuccioli gli anticorpi attivi nei confronti del virus, in modo che questi non sviluppino malattia.
- Adulti: in tali soggetti il virus può dare forme respiratorie, spesso complicate dall’insorgenza secondaria sia di batteri che di altri virus (Tracheobronchite infettiva o tosse dei canili), forme oculari (congiuntivite) oppure forme genitali. Queste ultime sono quelle che nell’allevamento destano preoccupazione maggiore, in quanto nella femmina determinano infezioni vaginali, diminuzione della fertilità, aborto e parti prematuri, mentre nel maschio sono responsabili di balano postiti, caratterizzate dalla presenza di vescicole a carico di prepuzio e pene.
- Cimurro: questa patologia colpisce prevalentemente i cuccioli tra i 3 e i 6 mesi di età ed è causata da un Morbillivirus (CDV: virus del cimurro canino). Il cimurro è una malattia sistemica, contagiosa, ad alto tasso di mortalità; l’infezione avviene principalmente per l’inalazione di aria contenente particelle di materiale infetto. Il virus viene infatti eliminato attraverso secrezioni respiratorie, urine e feci.
Una volta penetrato nell’organismo, il virus replica primariamente a livello del tessuto linfatico delle cavità nasale e orale (tonsille), dopodichè colonizza i restanti organi linfatici (milza, timo e midollo osseo): a questo consegue la distruzione dei linfociti B e T e la conseguente diffusione del virus a tutti i tessuti dell’organismo. Alcuni soggetti riescono a fronteggiare l’infezione, mentre altri entrano nella fase acuta, che è caratterizzata da sintomi a carico di apparato respiratorio (scolo oculare e nasale muco purulento e tosse), apparato gastroenterico (vomito e diarrea spesso emorragica) e sistema nervoso (fascicolazioni muscolari, incoordinazione motoria, convulsioni). La prognosi è sempre riservata ed infausta in caso si sintomatologia neurologica.
- Parvovirosi o Gastroenterite emorragica: è una malattia virale contagiosa, ad alto tasso di mortalità, sostenuta da un DNA-virus della famiglia Parvoviridae, il Canine Parvovirus di tipo 2 (CPV2). Questo virus ha come target le cellule in intensa replicazione, che nel cucciolo sono rappresentate dalle cellule intestinale e dalle cellule del miocardio. gastroenterite e più raramente da miocardite. La patologia può presentarsi quindi come gastroenterite emorragica e più raramente come miocardite; quest’ultima forma è perlopiù associata a infezioni intrauterine e causa la morte dei cuccioli entro la terza settimana di vita. La forma enterica compare nei cuccioli tra i 30 giorni e i tre mesi di età ed è spesso caratterizzata da una sintomatologia imponente con depressione, anoressia, febbre, vomito e diarrea emorragica, con conseguente disidratazione dell’animale. La prognosi è sempre riservata.
- Coronavirosi: Il coronavirus del cane (CCoV) è solitamente responsabile di infezioni non gravi ed autolimitanti della mucosa intestinale, con sviluppo di sintomatologia enterica ad esito benigno. Il virus replica infatti a livello dei villi dell’intestino tenue. Tuttavia, negli ultimi anni sono stati segnalati episodi di infezioni ad esito letale, causati probabilmente da una variante del virus. I cuccioli sono maggiormente predisposti rispetto agli adulti a sviluppare la patologia. Il virus è altamente contagioso e viene trasmesso per via oro-fecale. La sintomatologia clinica compare circa 3-4 giorni dopo l’infezione: questa è solitamente paucisintomatica: i cuccioli presentano vomito e diarrea mucosa di colore giallastro, con risoluzione della sintomatologia nel giro di pochi giorni. Tuttavia l’azione del coronavirus sui villi del tenue predispone all’infezione da parte di altri agenti virali e batterici, con peggioramento della sintomatologia fino alla morte dell’animale.
Sono moltissimi anche i batteri che possono dare patologia nei nostri animali, ma nella pratica clinica tra i batteri che si riscontrano con maggior frequenza troviano:
- Bordetella Bronchiseptica e Pasteurella Spp.: questi batteri sono coinvolti nella genesi della Tracheobronchite infettiva canina (tosse dei canili).
- Staphylococcus Intermedius: agente eziologico primario delle Piodermiti (infezioni batteriche della cute).
- Leptospira Interrogans ser. Icterohaemorragiae e Canicola: sono gli agenti causali della Leptospirosi, malattia molto pericolosa, che se non trattata prontamente porta a morte l’animale. i cani si infettano tramite l’ingestione di acqua e/o alimenti contaminati dalle urine di altri animali infetti. Il topo rappresenta un serbatoio della malattia, per cui i cani che vivono in ambiente rurale sono maggiormente predisposti al contagio. La leptospira ser. Icteroheamorragie, determina una sindrome emorragica acuta, mantre la leptospira ser. Canicola causa una nefrite interstiziale, gastroenterite emorragica e stomatite ulcerosa. Spesso la malattia è caratterizzata da ittero (colorazione giallastra delle mucose) e da urine di colore alterato (fino al marrone).
- Ehrlichia Canis: agente della Ehrlichiosi canina, viene trasmesso dalle zecche. La malattia ha un decorso molto subdolo e generalmente prolungato nel tempo ed i danni nell’animale si vedono solo a distanza si mesi o anni dal contagio. Ehrlichia ha come bersaglio delle cellule del sangue, i monociti, ed al loro interno i batteri restano protetti dalla risposta immunitaria che l’animale mette in atto. La sintomatologia che affligge il cane non è infatto dovuta all’azione diretta del parassita, bensì alla esagerata quantità di anticorpi che l’animale produce per cerca di sconfiggere l’ehrlichia. Gli anticorpi in esubero vanni infatti a formare immunocomplessi, i quali vanno a depositarsi nei capillari di numerosi organi, tra cui il rene (aumento della sete e dell’urinazione), l’occhio (uveite), le articolazioni (zoppia) e determinano anche alterazioni della coagulazione (epistassi o petecchie emorragiche a livello cutaneo).
- Anaplasma Platys e Phagocytophilum: altri batteri trasmessi dalle zecche, sono responsabili rispettivamente della ehrlichiosi granulocitaria canina, caratterizzata sa sintomatologia nervosa e problemi articolari e della piastrinopenia infettiva ciclica del cane, che si manifesta con alterazioni della coagulazione dovute al calo delle piastrine circolanti.
- Borrelia Burgdorferi: agente della Malattia di Lyme, viene trasmesso dalle zecche e può colpire anche l’uomo, dove determina manifestazioni cutanee. Nela cane invece il sintomo primario è rappresentato dalla zoppia, più o meno intensa, conseguente a processi flogistici articolari; possono poi essere presenti: febbre, anoressia, adenopatia, miocardite, sintomi neurologici e glomerulonefriti.
Infine altri agenti patogeni pericolosi sono rappresentati dai protozoi, dei parassiti intracellulari obbligati, che causano nel cane diversi disturbi. Tra i più comuni abbiamo:
- Coccidiosi: nel cane questa patologia è causata da parassiti del genere Isospora. I coccidi vivono all’interno delle cellule intestinali del cane (enterociti), all’interno delle quali compiono il loro ciclo vitale. La replicazione del parassita nell’enterocita, ne determina la rottura ed è proprio in questa fase che si possono notare i segni clinici. La sintomatologia è evidente soprattutto nei cuccioli, a seguito di eventi stressanti, dove la rottura contemporanea di numerosi enterociti determina un grave danno della mucosa intestinale e causa la comparsa di una grave forma di enterite emorragica con diarrea profusa, dolore addominale e disidratazione. Questa forma può anche portare a morte. La diagnosi differenziale con forme di parvovirosi e cimurro è doverosa, per mettere in atto la corretta terapia.
- Leishmaniosi: malattia causata dal protozoo Leishmania Infantum, che viene trasmesso al cane attraverso il morso di un insetto denominato Pappatacio. Questo insetto vive lungo tutte le coste italiane ed è attivo nella stagione estiva nelle ore notturne. La leishmaniosi è una patologia sistemica grave, per cui non è ancora stata trovata una terapia in grado di eliminare il parassita. Le leishmanie hanno come cellula bersaglio i macrofagi: queste cellule, che possono essere definite come gli spazzini dell’organismo, si infettano fagocitando i neutofili contenenti le leishmanie: all’interno di queste cellule il protozoo si moltiplica e ne determina la distruzione. Con il progredire dell’infezione le leishmanie vengono disseminate in tutto l’organismo e possono essere rinvenute all’interno dei macrofagi a livello di midollo osseo, linfonodi, fegato, milza, reni e tratto gastro-enterico.
Non tutti i cani che entrano in contatto con il protozoo si ammalano, ma solo quelli che sviluppano una risposta immunitaria di tipo umorale, con produzione di una abnorme quantità di anticorpi contro le leishmanie: questi anticorpi vanno a depositarsi a livello dei capillari determinando lesioni da immunocomplessi, responsabili della sintomatologia clinica; possiamo infatti avere una insufficienza renale da glomerulonefriti, ulcere e petecchie emorragiche da vasculiti, rinorragia, uveiti e zoppie. Altro segno spesso presente è la dermatite, che può presentarsi in vario modo: la più comune è rappresentata dalla dermatite secca esfoliativa.
- Piroplasmosi o Babesiosi: questa patologia può essere sostenuta da Babesia Canis (più comune) o da Babesia Gipsoni, che vengono entrambi trasmessi attraverso il morso di una zecca. La cellula bersaglio del parassita è il globulo rosso ed il segno caratteristico della patologia è l’anemia per distruzione intravasale delle emazie, sia per danno diretto del parassita che replica al loro interno, sia per la produzione di auto-anticorpi contro i globuli rossi. I sintomi sono rappresentati da febbre alta (40-41°C), depressione del sensorio, mucose pallide e itteriche, urine color coca-cola per la presenza di emoglobina.